Il Teatro Massimo Bellini di Catania a rischio chiusura
Siamo alla frutta? Da quel che trapela dai corridoi del Teatro Massimo Bellini di Catania sembrerebbe di si.
Brutte notizie all’orizzonte per uno dei più bei teatri lirici italiani e del mondo, tempio dedicato al cigno catanese Vincenzo Bellini. Si, proprio quello, il Bellini di Norma, Puritani, Capuleti e i Montecchi, capolavori dell’ottocento operistico italiano.
Quel Bellini che si rivolta nella tomba da anni ormai, che nessuno ascolta e che nessuno vuole ricordare e onorare in una città, Catania, che dovrebbe invece vivere di Cultura, ma che sta per cadere in un profondo baratro per tramacci, lecchinaggi e strafottenza di taluni amministratori, politici, ecc….
Ancora una volta è la Cultura a pagarne le conseguenze, quella Cultura Musicale che, per ignoranza dichiarata di taluni, non muove un dito per salvare non solo il Teatro Massimo Bellini ma i lavoratori stessi, che da anni gridano a voce alta il disastro perpetrato e la mala gestione di un bene che invece andrebbe tutelato e salvaguardato.
Nessuno alza la voce contro coloro che sono messi lì, ad occupare poltrone solo per favori vicendevoli e che della Cultura e del bene comune se ne fanno un baffo.
Da Catanese, chi scrive si sente amareggiato, offeso ed arrabbiato allo stesso momento.
E’ mai possibile che non ci sia uno, dicasi uno, che pensi al danno che ne subirà la città intera se dovesse chiudere il Teatro Massimo Bellini?
Da anni, ormai, si assiste a produzioni raffazzonate alla meno peggio con cast molto discutibili, per mancanza di certezze economiche che il Comune e la Regione non sono in grado di organizzare. E così, si lascia tutto com’è, nel disastro più totale e nel silenzio più totale, senza che nessuno faccia nulla per evitare il peggio. Tanto meno il pubblico pagante, poco anche quello rimasto ormai, che inerme assiste a tale scempio e non dice nulla, nemmeno davanti alle richieste di aiuto da parte delle maestranze che manifestano le difficoltà durante una rappresentazione. Sarebbe un atto dovuto, da parte anche del pubblico, manifestare il dissenso e farsi sentire accanto ai lavoratori per difendere un bene così prezioso.
Perché in altre città, vedi Bergamo per Donizetti o Busseto per Verdi, si investe e si ha cura di tenere alta l’attenzione non solo ai Teatri ma ai loro compositori?
A Catania tutto ciò non è mai accaduto e non si fa nulla per far cambiare il vento! Povero Bellini! Sarà anche lui amareggiato e sconfortato oltre ad essere disgustato dagli atteggiamenti di coloro che non stanno agendo, lasciando morire tutto.
Pensare che da quel palcoscenico, negli anni d’oro, sono passati nomi altisonanti, in primis Maria Callas interpretando una magistrale Norma. Ma si, chi se ne frega diranno i molti… l’ignoranza imperversa e nessuno si ribella! Vergogna!
Con questo sfogo vogliamo essere vicini al Teatro Massimo Bellini, agli Orchestrali, i Coristi e le Maestranze tutte, e amplificare il loro grido di aiuto affinché arrivi a chi di dovere e, passandosi una mano sulla coscienza, per una volta, pensi a non fare solo gli affari propri, ma bensì al glorioso nome del Teatro Massimo Bellini di Catania, riportandolo ai vertici di grandezza che merita.
Salvatore Margarone
Condividiamo il famoso video (da: SUDPRESS) nel quale il Maestro Bellini scrive al Presidente della Regione Siciliana: